Il protocollo è stato testato su modelli animali e illustrato sulla rivista Cell
Ricercatori dell'Istituto San Raffaele-Telethon per la Terapia Genica di Milano hanno messo a punto un nuovo protocollo che permette di effettuare la terapia genica per correggere le cellule staminali del sangue senza sottoporre il paziente a chemio o radioterapia. Il protocollo è stato testato su modelli animali e illustrato sulla rivista Cell. "I risultati spianano la strada verso regimi terapeutici che non prevedano più l'impiego di chemio o radioterapia, minimizzando gli effetti collaterali a breve e a lungo termine causati dall'elevata tossicità di questi trattamenti" commenta Luigi Naldini, direttore di SR-Tiget e professore ordinario di Istologia e di Terapia genica e Cellulare presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. La terapia genica punta a correggere nelle cellule "malate" la funzione di un gene difettoso. Nel contesto delle malattie ematologiche, vengono utilizzate le cellule staminali ematopoietiche da cui hanno origine tutte le cellule del sangue. Gli attuali protocolli prevedono che queste cellule vengano fatte 'uscire' dal midollo osseo attraverso un trattamento farmacologico (con una procedura detta 'mobilizzazione'), corrette in laboratorio e successivamente trasferite nel paziente. Prima di quest'ultimo passaggio oggi è necessario sottoporre il paziente a chemio o radioterapia per eliminare le cellule staminali malate e fare posto a quelle nuove (condizionamento).
Previsto nell’Istituto dei tumori di Napoli il reclutamento di 30 nuovi ricercatori under 40. Più della metà degli studi approvati presentati da donne
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Lo studio, pubblicato su JAMA Oncology, affronta un problema importante nel cancro alla prostata: come separare la forma a crescita lenta della malattia, che difficilmente causa danni, dal cancro più aggressivo
Un gruppo di scienziati ha ideato un sistema che sfrutta le citochine, facendo in modo che queste molecole si localizzino efficacemente all’interno delle neoplasie
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I dati Pharma Data Factory (PDF): nel primo trimestre del 2024 questi indicatori diventano rispettivamente 455,4 milioni di confezioni e 4,6 miliardi di euro
Rossi: “È impossibile far rientrare in un codice una patologia specifica e spesso è multifattoriale. Questa è una assurdità che va condannata ed evitata con ogni mezzo”. Cimo-Fesmed: “Auspichiamo più interventi strutturali”
Leccese: “Il sintomo più tipico della spondiloartrite assiale è la lombalgia più comunemente nota come mal di schiena”
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